Disuguaglianze: le cause si possono rimuovere
L’acceso confronto dell’ex-ministro Fabrizio Barca con la comunità locale
Non usa mezzi termini Fabrizio Barca: le disuguaglianze non sono un destino inevitabile: sono, piuttosto, la conseguenza di scelte sbagliate, spesso intenzionali. Capire questo vuol dire avere, poi, gli strumenti per agire monte, sulle cause, e ridurre, se non eliminare, le disuguaglianze.
Barca è conosciuto da tutti come autorevole ministro del Governo Monti, governo che – dice lui – è stato sì un governo tecnico, ma con un preciso mandato politico, votato. In realtà, la sua storia di “civil servant” era cominciata come uno dei cosiddetti “Ciampi boys”: Ciampi lo aveva apprezzato in Banca d’Italia come economista e se lo era portato poi con sé al Ministero dell’Economia e dello Sviluppo. Qui Barca si fa apprezzare come tecnico anche da altri governi, tanto che Tremonti ministro lo conferma nel potente ruolo di capo dipartimento, quello che ha le leve dei negoziati anche con la Commissione Europea.
Barca lo ha portato a Grosseto Paola Caporossi, che, oltre a guidare Fondazione Etica, fa parte del Forum Disuguaglianze fondato e guidato da Barca stesso. “Perché Barca? – introduce Caporossi – Perché unisce competenza e azione pratica, e perché la sua vita professionale è stata tutta al servizio del bene comune: non parla in astratto, racconta numeri e fatti concreti”.
Barca è un tipo scomodo: nonostante che le sue origini siano di stampo comunista, non le manda a dire né alla sinistra né alla destra, rimproverando loro di non occuparsi abbastanza di disuguaglianze, e cita Papa Francesco: “le disuguaglianze si contrastano soltanto affrontando di petto la formazione della ricchezza”.
Leonardo Marras, assessore regionale del PD, reagisce: “non è facile affrontare un tema così complesso quando hai i 140 caratteri dei social o i 20 secondi delle interviste televisive. Per questo, cerco di farlo concretamente, ad esempio varando misure concrete”. Andrea Ulmi, consigliere regionale della Lega, si sposta sul tema delle diversità, da non discriminare “purchè siano nella legalità”, “senza eccessi” e non diventino una scusa per i politici “sciacquarsi la bocca”
A confrontarsi con l’economista romano non sono solo i rappresentanti della politica, ma anche Confindustria, con il suo presidente Francesco Pacini, che interviene in piena sintonia con le posizioni di Barca: non è vero che lo sviluppo economico debba prevedere come costo necessario le disuguaglianze, che invece “frenano lo sviluppo” e richiedono uno sforzo a monte, sull’istruzione, vera prima occasione di uguaglianza in una comunità”.
Sia Barca che Pacini concordano anche sulla transizione digitale, che “non viene usata solo per accelerare la ricerca scientifica, ma anche per realizzare una concentrazione di controllo della conoscenza che non ha precedenti nella storia”.
“Le disuguaglianze – si chiede Caporossi – sono spesso considerate un tema morale, su cui tutti concordiamo che bisogna agire, ma poi finiamo per demandarlo alle organizzazioni no-profit, come se non fosse un compito che non ci riguarda”. Reagisce Don Enzo, direttore di Caritas, che sostiene che non si può delegare la lotta alle disuguaglianze, perché impediscono la crescita equilibrata di una comunità”. “Bisogna rimettere al centro l’uomo”, continua. “Occorre chiedersi se una nuova politica crea valore per pochi o se porta dignità per tutti”, conclude Barca.
“Ecco perché il tema lo abbiamo voluto affrontare a Luci. – riprende Caporossi – Perché è un progetto sociale ed economico che è nato per combattere le disuguaglianze non in modo tradizionale, con l’assistenzialismo, ma creando lavoro, la forma più dignitosa di riscatto”.
Tantissimi gli intervenuti: la sala dibattiti di Luci nel Parco, all’ex-Enaoli, era stracolma. Tutti rimasti sino alla fine, attentissimi alla lectio – magistralis che l’ex-ministro ha tenuto, confrontandosi con i cinque relatori, ma anche, al termine, con il pubblico.
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